VI RACCONTIAMO LA NOSTRA STORIA

Per presentarci riportiamo, in forma di narrazione, cosa ha stimolato la nostra nascita e soprattutto cosa ci ha spinto a diventare quello che siamo.

Ciò che (ci auguriamo) leggerete con curiosità e passione è stato anche pubblicato su un periodico locale; pertanto vi preghiamo di prendervi 5 minuti per leggerle la nostra storia, augurandovi di emozionarvi!

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LA BELLA REALTà DEL GALFO ...

COOPERATIVA SOCIALE DI AGGREGAZIONE, LAVORO, FORMAZIONE, ORIENTAMENTO

Tutto ebbe inizio nel 2013; Giovanni Finco (il nostro fondatore) lavorava come disegnatore per macchine CNC presso una segheria di legname locale quando, dopo anni e anni di appasionato lavoro, è arrivata la doccia fredda del licenziamento per chiusura dello stabilimento.
Dall'oggi al domani si trovò senza lavoro, con la necessità di trovarne uno nuovo. Ma la voglia di voltare pagina quanto prima era tanta, e iniziava a balenare per la testa di creare una nuova realtà che sull'Altopiano non esisteva.

Durante i mesi di mobilità ha fatto ricerche, ha osservato, ha preso informazioni, focalizzandosi infine sull’idea di creare una cooperativa sociale che desse opportunità lavorative a sé stesso ed anche ad altri, coinvolgendo nel ciclo lavorativo anche persone con disabilità.
A far scattare la molla è stata la sensibilità sviluppata pensando alle problematiche vissute dal fratello Andrea, la cui vita era stata condizionata dalla manifestazione di una malattia rara per la quale non c’era rimedio e che lo aveva portato alla disabilità. “Andrea, mancato nel 2000 – racconta Giovanni Finco – aveva potuto frequentare la scuola solo fino alla terza media, perché le superiori non erano organizzate per includere persone con disabilità; per questa e per altre limitazioni sociali Andrea aveva sofferto, e avevamo sofferto noi familiari. Un’ingiustizia che, più ci ripensavo, più faceva crescere in me il desiderio di fare qualcosa per persone in condizioni simili, perché potessero vivere, pur con le proprie caratteristiche, in modo normale al di fuori della famiglia, con un lavoro e con le proprie amicizie”.
Ad accrescere questa motivazione, si sono aggiunte tante piccole cose percepite da Giovanni come segnali che avvaloravano la sua idea: incontri fortuiti, telefonate, informazioni che arrivavano senza che le cercasse, anzi sembravano andargli spontaneamente incontro. “Un episodio, in particolare, l’ho sentito come un segnale. Un giorno, nell’aprire un cassonetto per i rifiuti indifferenziati ho notato che era colmo di cose che invece si potevano riciclare, e ho cominciato a svuotarlo smistando i materiali nelle idonee campane. Alla fine, fra i pochi rifiuti rimasti, sul fondo in mezzo a della cenere è apparso un crocefisso, e vederlo buttato via così mi turbò notevolmente. In quel periodo stavo attraversando una profonda crisi religiosa, ma raccogliendo e ripulendo il crocefisso dalla cenere, la sensazione avuta è stata di continuare con forza nel mio progetto, ripromettendomi che se ci fossi riuscito lo avrei appeso nel laboratorio a cui stavo pensando”.
Dopo aver fatto delle analisi concrete di mercato e lunghe ricerche con la voglia di creare un centro di aggregazione e un ambiente lavorativo in cui occupare persone con disabilità o invalidità, sentendo quelle che potevano essere le necessità delle famiglie per i propri figli sia in termini di lavoro che ludico ricreativo, è emerso che sul nostro territorio non esistevano realtà di questo genere, in cui i “ragazzi” più o meno giovani potessero sentirsi realizzati professionalmente o essere impegnati in ambiente extrascolastico. E’ così che è nata la Cooperativa Galfo (Gruppi Aggregazione Lavoro Formazione Orientamento).
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Un centro di aggregazione che accomuna disabili, invalidi, svantaggiati e normodotati.

Per favorire la creazione di un vero e proprio laboratorio produttivo, grazie alla collaborazione di ditte locali che condividevano ed appoggiavano le mie proposte, ho trovato il lavoro nel settore degli assemblaggi. Nel frattempo avevo presentato il mio progetto alla Ulss locale con lo scopo di impegnare persone con disabilità in lavori adatti alle caratteristiche di ognuno. Si è presentata la necessità di dotarci di un automezzo per il trasporto di persone in carrozzina, pertanto mi sono personalmente impegnato acquistando un pulmino attrezzato per andarle a prendere e riaccompagnare direttamente a casa.
Inoltre – spiega ancora Giovanni Finco – ho avuto la possibilità di assumere delle persone da dedicare al lavoro vero e proprio, e dal piccolo laboratorio c’è stata la necessità di passare a una sede più ampia, con locali adibiti a laboratorio e a magazzino. Sede che ho trovato a Canove di Roana, dove abbiamo la sede operativa
Nel frattempo, in collaborazione con Ulss, Provincia e Comuni, è stato possibile dare il via a tirocini di inclusione sociale e lavorativi per inserimento di persone con disabilità o in stato di svantaggio.
Nei laboratori della cooperativa - conclude Giovanni Finco -  persone con disabilità, invalidità o in stato di svantaggio (personale o familiare), lavorano attivamente in sinergia con i nostri dipendenti, favorendo la socializzazione e l’integrazione e allo stesso tempo mettendo alla prova, e soprattutto incrementando, le loro abilità e capacità. Finora tutti loro sono notevolmente migliorati, sia in termini di rapporti sociali che di capacità lavorativa, diventando più veloci, precisi ed autonomi, come accade ad ognuno di noi. Le soddisfazioni non mancano, il lavoro è aumentato e le ditte per cui lavoriamo riconoscono la qualità di quanto facciamo. E io personalmente, sono felice di essere riuscito a realizzare qualcosa per me e per tutti loro”.


... E il crocefisso che qualcuno aveva gettato tra i rifiuti ora ha trovato il suo posto sulla parete principale del nostro laboratorio!
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I nostri ragazzi saranno ben felici di impegnarsi al massimo per soddisfare le aspettative di ognuno.

Siamo in grado di svolgere sia lavori di tipo manuale che concettuale, accomunati da una particolarità: la passione per ciò che facciamo!!


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